Questa newsletter torna un po' alle origini del suo format, cercando di offrire recensioni dei film che vedo, sia al cinema che a casa. Ultimamente, confesso, riesco ad andare poco al cinema, ma mi sono ritagliato il tempo per vedere Superman di James Gunn. Perché? Un po' perché mi piace essere un nerd e i film di supereroi mi sono sempre piaciuti, e un po' perché, diciamocelo, soddisfo ancora quella vena narcisistica che mi porta, come un adolescente, a immaginarmi super potente. È un "guilty pleasure" che ogni tanto coltivo.
Quindi, oggi parliamo di Superman di James Gunn. Innanzitutto, facciamo un piccolo tuffo nella storia di Superman come personaggio, per poi addentrarci nel film, nei suoi significati e nei "takeaway" che possiamo trarre dalla visione. Ci saranno degli spoiler, ve lo dico subito, ma ricordatevi che è pur sempre un film di un supereroe. Non parliamo pertanto di un film di nicchia con sottotrame e sottotesti complessi. Certo, qui c'è qualcosa di profondo, ma è tutto un rimando estremamente semplificato per far sì che il grande pubblico, il pubblico di massa e quello estivo – come dicevamo nella scorsa email – possa comprenderlo più facilmente.
È anche un modo per posizionarsi all'interno di un mercato, quello del cinema ispirato ai fumetti, in un mercato cinematografico ormai molto globale e che tende sempre di più verso le piattaforme di streaming. Questo film, però, ti spinge comunque ad andare al cinema. Alcuni film possono essere visti benissimo in piattaforma, e non c'è bisogno della sala. Viceversa, questo è il mio punto di vista: un grande film, per essere davvero apprezzato, ha bisogno di un grande schermo. Un film bello, magari anche profondo, può essere visto benissimo a casa, anche in differita rispetto all'uscita in sala. Non c'è l'obbligo di saturare le sale con ogni film che ci venga in mente di girare, produrre o scrivere. L'importante è che si possa fare un discorso produttivo e di distribuzione ben preciso, un po' come si faceva una volta.
Il cinema, una volta, era pensato in funzione del mezzo di distribuzione: c'era il cinema per la televisione, il cinema per la cassetta, il cinema per il DVD, e il cinema per la sala. Ogni produzione era fatta appositamente per uscire su un media specifico, visibile solo in un luogo e non in tutti in maniera trasversale, tangente. Il cinema che usciva per tutti – cassetta, DVD, sala cinematografica – era il cinema di grande respiro, un cinema di massa che aveva creato qualcosa di incredibile. Mi vengono in mente titoli come Salvate il Soldato Ryan, Lo Squalo o Star Wars. Erano film che, per forza di cose, dovevano essere declinati e resi fruibili su tutti i media disponibili all'epoca, e anche oggi. Ma i film un po' più piccoli, come, che ne so, The Brutalist (peraltro brutto, ne ho già parlato), vanno benissimo anche solo su Netflix, HBO, Disney+, Prime o qualunque piattaforma vi piace. Non c'è bisogno di portarli al cinema!
Superman e la Rivoluzione della DC
Detto questo, Superman è un film da vedere al cinema. Questo specifico film su Superman, intendo. Perché? Perché è un film che, rispetto all'universo DC visto finora, rompe una dualità che ha caratterizzato lo scontro costante tra Marvel e DC. La Marvel ce l'ha fatta, o almeno ce la stava facendo, ma nella Fase Cinque del suo universo si è completamente arrestata e bloccata, anche con titoli veramente poco accattivanti, per non dire brutti, e non esplosivi. Neanche tanto esplorativi. Se proprio non riesci a fare film belli almeno spieghiamo in maniera estetica la transizione da un universo all’altro. Mi viene in mente un Thunderbolts* che va verso quella direzione, e in effetti ha funzionato, ma non del tutto.
Invece, cosa fa la DC?
Fin dagli albori della sua, diciamo, faida cinematogrfica (chiamiamola così) con Marvel ha dato un segnale effettivo di inversione di colore. Mi spiego meglio: se provi a estrarre la palette di colori di un film Marvel, noterai che è accesa: rossa, gialla, azzurra, bianca, blu, poco dark. Pochi film Marvel, forse gli ultimi due Avengers, erano un pochino più cupi degli altri. Invece, la DC, per distaccarsi, ma anche per favorire le caratteristiche intrinseche dei suoi personaggi, è sempre stata un'azienda che ha prodotto supereroi dalla vena un po' più umana e, di conseguenza, contaminati da quell'umanità. Questa contaminazione si è sempre vista in personaggi come Batman, per esempio. La massima espressione dei film di Batman sono quelli di Christopher Nolan, o il Man of Steel di Zack Snyder, che ha a suo modo interpretato il personaggio. Tutti loro hanno cavalcato “l’umanità” dei loro super eroi.
Perché Superman non è un essere umano, è un alieno, un kryptoniano. E qui ci arriviamo, perché nel Superman di James Gunn questa caratteristica viene molto utilizzata anche per informare il grande pubblico sull'odio e l'incomprensione nei confronti dell'altro, dello straniero, quella xenofobia che si sta molto ampliando ed espandendo in questo mondo contemporaneo in cui viviamo. I personaggi DC, come dicevo, erano e sono personaggi bui, pieni di contrasti, pieni di contraddizioni. Cos'è l'essere umano se non una persona che non è buona in tutto, non è cattiva in tutto; è un equilibrio di cose. Sì, si è un degno essere umano (ora, in soldoni, non andiamo ad approfondire) se si riesce a stare in equilibrio, a tenere insieme tutto ciò che ti compone nello studio della tua persona, nel comprendere ciò che sei, ciò che sei stato, ciò che vorresti essere, e nel costruire una rotondità intorno a te stesso. Siamo combattuti ogni giorno nel decidere quale essere umano essere, non solo nella vita in generale, ma anche in quel giorno specifico: al lavoro, con la tua compagna o il tuo compagno, con il tuo amico o la tua amica. Ogni giorno noi instradamo noi stessi verso uno scontro/confronto con noi stessi.
Bene, i personaggi DC sono sempre stati molto su quel lato. Il Cavaliere Oscuro, Batman, è una figura che vive nell'ombra. Superman è una figura combattuta dal fatto di essere l'uomo, anzi l'essere vivente, più potente, forse, dell'universo in cui è inserito. Queste caratteristiche rendono a visione e la lettura del film, fumetto e personaggio ancor più interessante.
Dietro la costruzione di un personaggio, dietro la nascita di alcuni fumetti, come Capitan America per Marvel o Superman per la DC, c'è anche un motivo propagandistico. Entrambi questi personaggi nascono a cavallo e alla fine della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, del primo e del secondo dopoguerra.
Superman, nello specifico, nasce nel 1938. Ed è un personaggio che deve colmare un vuoto. L'America era appena uscita dalla crisi del '29, quindi aveva ancora una necessità di crescita economica. Era stata coinvolta nella Prima Guerra Mondiale. Era una nazione che stava marciando verso una prosperità economica, ma che vedeva comunque quell'obiettivo ancora molto lontano. C'era bisogno di un personaggio, di un totem, di un simbolo che incarnasse i valori della nazione, i valori che hanno portato l'America – secondo gli americani e secondo anche i filoni filosofici, politici ed economici che hanno caratterizzato l'America di quegli anni – a definirsi, ad autodefinirsi un “portatore di luce”, se così possiamo chiamarli. Una nazione che “esporta la democrazia”. Questo concetto, che negli ultimi vent'anni è diventato oggetto di derisione, era un concetto fondativo dell'America di inizio Novecento, ed è stato dall'America utilizzato anche come simbolo propagandistico, ovviamente.
E lo possiamo vedere immediatamente già nei colori scelti per il costume: il blu, il rosso, i colori dell'America, i colori della bandiera, i colori dell'immaginario americano. Non si sa bene effettivamente – ho cercato un po' online, ma non è chiaro – quanto l'immaginario americano si sia fuso con questi simboli o viceversa, e quanto entrambi, simboli e America, si siano aiutati a crescere e ad esportare il concetto di America, che è quello che noi oggi chiamiamo Occidente. L'Occidente che noi conosciamo oggi è figlio di quella contaminazione che l'America ha soprattutto portato e investito in Europa dopo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Ma questa non è una newsletter che parla di economia politica, quindi lasciamo questo un attimo in sospeso.
L'Eroe Immortale e la sua Crisi
Continuiamo la nostra avventura e descriviamo ancora un po' di più che cos'è Superman.
È un personaggio che negli anni è stato ucciso letteralmente dai suoi creatori, che ha subito degli arresti nella sua diffusione tramite fumetto e anche nella sua diffusione nel mondo della TV e del cinema. Il primo Superman, quello più conosciuto (non il primo a livello cronologico, ma quello che è diventato il Superman dell'immaginario collettivo) è Christopher Reeve. Egli divenne l'attore e, contemporaneamente, il personaggio che interpreta. Peraltro, poi, Reeve ha combattuto per anni con la sua paralisi (era tetraplegico) dopo una caduta da cavallo. Quindi, vedere Superman, l'uomo più potente dell'universo, identificato con l'attore, e vedere l'attore impossibilitato a interpretare quel ruolo in un modo o nell'altro, ha dato una frenata allo sviluppo del personaggio.
Perché?
Perché all'epoca, a differenza di oggi – noi oggi abbiamo esempi molto potenti che possono essere Tom Cruise per Mission: Impossible, o Hugh Jackman per Wolverine, Ryan Reynolds per Deadpool, Robert Downey Jr. per Iron Man – siamo abituati a vedere attori e personaggi fondersi in un modo o nell'altro, diventare l'uno l'altro. All'epoca no. All'epoca si stava iniziando ad andare verso un nuovo concetto di divismo che non era quello della Hepburn (la diva, colei che può tutto al di fuori del cinema, ma non può tutto nel cinema, perché appunto c'era una effettiva differenza di genere), ma si stava andando verso un concetto di vivificazione, di aderenza fra il reale e il finto. I confini fra il possibile e l’impossibile, il sogno, stavano venendo meno.
E non si era abituati, non erano abituate neanche le case di produzione, a vedere un attore diventare il personaggio che interpretava e viceversa. Di conseguenza, quando Reeve fu impossibilitato a fare Superman, c'erano dei film in programma da mettere in piedi. Beh, iniziarono a farsi due domande a livello produttivo, a livello cinematografico. E ci fu una battuta d'arresto anche nella costruzione di quel tipo di personaggi. Ci fu un tentativo di fare serie TV e film Marvel primordiali, ma anche lì la paura che il personaggio diventasse attore è stata una delle motivazioni per le quali non hanno continuato con questi progetti. L'altra motivazione, una delle altre, è sicuramente il fatto che non era pronto il pubblico per quel tipo di eroe, per quel tipo di azioni. Il pubblico di cui parlo non è il pubblico della Seconda Guerra Mondiale, non è il pubblico della Prima Guerra Mondiale, non è il pubblico uscito da una devastazione economica ed emotiva enorme, ma era un pubblico un pochettino più benestante, perché queste serie TV sono state fatte negli anni '70. Ed era un pubblico che in realtà rifiutava l'imperialismo, rifiutava l'imperatività dell'uomo forte, del Superman, del Capitan America, dell'Iron Man. Rifugiva queste figure autoritarie in un modo o nell'altro che ricordavano l'autorità, perché figlie di un'epoca dove quelle figure avevano distrutto una parte del nostro pianeta e riformato, rifondato anche una parte della nostra storia personale, economica, politica e filosofica. E quindi, quel pubblico non era pronto.
Non so se ha senso aprire una parentesi su quanto noi siamo pronti e come mai questa fascinazione adesso sia molto più alta. Vedremo.
La Nuova Visione di Superman: Umanità e Comprensione
Torniamo a Superman. Come dicevo, subì una battuta d'arresto. Negli anni è stato ucciso, è stato messo all'angolo. Perché? Perché Superman è obiettivamente e effettivamente invincibile, potenzialmente immortale, potenzialmente l'essere più forte dell'universo nel quale è inserito, ripeto di nuovo. E quindi le sfide diventano via via sempre più complesse da imbastire contro di lui. È un Superman che non può morire e che quindi, a maggior ragione, dobbiamo far morire. E cosa batte il muscolo? Si dice sempre che il muscolo viene battuto dall'intelligenza. Nel Superman di James Gunn, l'intelligenza che batte il muscolo viene battuta a sua volta da un senso di umanità, di necessità, di comprensione del prossimo. Tant'è che alla fine, quando Superman raggiunge Lex, non lo uccide. Si ferma prima. Perché? Perché vuole una giustizia, ma non solo. Vuole trasmettere a tutti, per contingenze che vengono a verificarsi in questo film, il fatto che lui è sì una persona, un essere vivente, non nato sulla Terra, quindi un forestiero, un alieno. In America il concetto di "illegal alien" viene utilizzato ad oggi per definire tutti gli immigrati irregolari che ci sono adesso in America, e i quali vengono letteralmente cacciati. Ma si ferma perché non è lui il deus ex-machina che deve intervenire sul “cattivo” ma deve farlo un sistemi di pesi e contrappesi, la giustizia legale e politica. E quindi, questo fa sì che Superman diventi un film anche para-politico.
Il concetto di "alien" è il concetto utilizzato anche all'interno di questo film per dire che tu, Superman – e questo dice Lex – "tu Superman sei qualcosa di non umano e per questo devi subire le conseguenze della tua non umanità, conseguenze che sono la tua obliterazione, la tua cancellazione, la tua fine". Superman (ed è qui che diventa simbolo) vuole mostrarci l'umanità e la compassione. Vuole dirci che l'essere straniero in una nazione cessa come significato quando le azioni dello stesso o della stessa sublimano il concetto di forestiero e fanno sì che tu diventi effettivamente parte di quella nazione tramite le azioni che tu compi. Perché non si è stranieri, ma si è uomini e donne che devono trovare il proprio spazio di inclusione all'interno di quel luogo che era straniero fino a quando non diventa casa.
Un Cast Equilibrato e Messaggi Contemporanei
E in questo Superman c'è anche un uso dei personaggi ben equilibrato. C'è una guerra in atto, adesso ci arriviamo. La parte dei personaggi, quindi del concetto di unione, e questo concetto che spesso è banalizzato ("l'unione fa la forza"), ma è anche estremamente vero, è ben sottolineato nel film dal fatto che noi abbiamo tantissimi personaggi, non tutti significativi, ma comunque tanti che contribuiscono non solo alla riuscita del film, che è ottimo secondo me, ma che contribuiscono anche ad aiutare Superman. Un Superman che fin dal primo minuto di film, dal primo secondo, anzi, è un Superman battuto, è un Superman vinto. Ed è vinto dalla forza bruta sviluppata tramite tecnologie che riescono per la prima volta ad abbatterlo. È fallito ed è vinto perché è in una relazione sentimentale con Lois Lane travagliata e complessa piena di incomprensione causa mancanza di comunicazione.
Il prologo del film è fatto con una camera fissa in Antartide e delle scritte in sovrimpressione. Perfetto, non c'è bisogno di uno spiegone. Sappiamo chi è Superman, tutti lo sanno, non c'è bisogno di costruire un immaginario, sappiamo chi sia. Si entra "in medias res" dritti, a gamba tesa, sulla storia che dobbiamo vedere in quel momento, non prima. Sappiamo dove è nato Superman, sappiamo perché è venuto sulla Terra.
Ora, nel film c'è una guerra che fa da sfondo ad alcune delle scelte che aprono il film. Banalmente, Superman viene criticato perché è andato in una nazione che elaborava l'invasione di questo stato inerme del quale vogliono impadronirsi. E qui, ovviamente, c'è un chiaro riferimento alla guerra russo-ucraina, alla guerra israelo-palestinese, quindi di aggressione e di morte, di aggredito e di aggressore. E questo Superman, nel quale possiamo vederci quello che vogliamo – se volete l'America, il pensiero collettivo umano, quello occidentale, i “Gomblotti” – va lì e blocca la guerra, impedisce che questa guerra venga messa in piedi.
Viene quindi criticato, perché blocca la guerra, perché gli si dice: "Ma tu chi sei per farlo? Non sei uno stato, sei un essere super partes, sei il simbolo forse di una nazione altra che interviene." E quindi qui, secondo me, c'è una critica manco troppo poco velata agli ultimi 5-6 anni della storia umana, che si posiziona in un panorama cinematografico in maniera anche abbastanza intelligente, perché dà uno spunto di riflessione senza entrare nel profondo della questione, perché è, di nuovo, un film di supereroi. E però, tramite il cinema, anche quello più fantasioso, fantastico, si può raccontare una parte della realtà. E se trovi registi come James Gunn che lo fanno in maniera intelligente, simpatica e non scontata, beh, fa piacere in un modo o nell'altro essere spettatori di questa idea, di questa possibilità di visione, ecco.
Nicholas Hoult e il Conflitto Umano di Lex Luthor
Mi ha colpito Nicholas Hoult che interpreta Lex Luthor. È veramente un attore molto bravo. È bravo in Nosferatu di Eggers, è stato bravo quando interpretava Bestia degli X-Men. È un attore che negli anni si è distinto per capacità e dà a questo Lex Luthor, nonostante tutto, una vena umana che si va a contrastare con quella di Superman. Ed è incredibile perché Superman è uno straniero che diventa umano grazie alla paternità e maternità che lo crescono (quindi acquisita), e che diventa umano tramite esperienze dell'umano, che diventa umano tramite il contatto con l'umano, e che diventa umano anche perché sa di non esserlo.
Dall'altra parte c'è un Lex Luthor che è umano perché è invidioso, che è umano perché è solo, che è umano perché è cieco, che è umano perché ha utilizzato, nel film, la sua invidia nei confronti del prossimo – del più potente, del più ricco, del più bello, del più intelligente – per dar da mangiare a se stesso, per diventare sempre più intelligente, sempre più. Parola d’ordine “narcisismo”. E come una risposta a un'angheria esterna, lui ha costruito il suo impero nella maniera più umana possibile, cioè la maniera di colui che dice: "Voglio avere ciò che non ho, qualunque sia il costo e il sacrificio che devo fare per me stesso e per gli altri che mi circondano." Vediamo quindi un Lex Luthor per la prima volta non distaccato come in altri film, non schizoide, ma debole, e nella sua debolezza cerca la potenza. E capisce, quindi, quanto l'uomo sia finito nei confronti dell'ineluttabile, della grandezza del mondo e dell'universo, della grandezza delle guerre, della grandezza della vita stessa. E che quindi per sentirti a tuo agio in questa immensità, devi trovare un modo per gestire questa immensità. Non è un caso che nel film si parli di culto, il culto dei Luthorani. E questo cosa vuol dire? Vuol dire che l'uomo, parafrasando, costruisce il culto religioso per dimensionare l'indimensionabile, per creare una scatola chiusa all'interno della quale inserire l'infinito. Perché l'unica cosa di cui l'uomo veramente ha paura è il tempo, perché noi siamo l'unico animale che può contare quanto tempo ci manca da quando nasciamo alla nostra fine. E questo viene condensato benissimo all'interno del personaggio di Lex.
E dopo?
Superman non deve avere successo per far sì che altri film, non so, su quel personaggio, ma su altri, vengano prodotti. Questo film è il film zero, è Iron Man. È il film pilota. Da qui, e ci sono riusciti, secondo me, si può costruire un nuovo universo cinematografico che può essere competitor di quello Marvel e di conseguenza creare un nuovo filone, anche nuovi interessi.
Io dico già da qui che il mondo cinematografico legato ai supereroi sta sempre di più scemando in un modo o nell'altro, e c'è bisogno di dare un colpo di reni. Questo colpo di reni, a livello economico, le case di produzione lo stanno già dando producendo film e serie TV legate ai videogiochi. Uno a caso, The Last of Us. Io credo che nei prossimi cinque/sei anni uscirà anche un film basato sul videogioco Death Stranding. Credo che aziende come Warner Bros., A24, la Apple, produrranno film legati al mondo dei videogiochi, perché c'è bisogno di creare una nuova nicchia, c'è bisogno anche di non stancare il pubblico. I soldi li fai con il grande pubblico, e poi con quei soldi ci fai la roba più piccola, roba di nicchia. E quindi c'è bisogno di più film come Superman, perché così possiamo avere più film come Nosferatu di Eggers.
Grazie e alla prossima!
Sam